martedì 29 dicembre 2009

ANÈR, ANDRÒS


sudo aptitude install ttf-droid


Questo post è taggato come Arte perché beauty is a feature.

giovedì 24 dicembre 2009

22 25 30



Auguri, Lillo!

domenica 20 dicembre 2009

PROARCI - ARREDAMENTI EGIZI [9^ GIORNATA]

pubblicato da IL PRES, 20 dicembre ore 17.34
convocati
bricio
trasimini
onofri
pulcioni
cerno
castelli
zerbini
costa
beqa
guerrieri
li gobbi
petrollini
leonardelli
se riesce vitiello
marrocolo non vole venì per fare li tortellini chiamatelo per rompeje li cojoni 3474446084 o al lavoro 0744279716
se me scordo chiduno chiamatelo voi

- ERRATA CORRIGE: te si scordato Martorella e Lillo! -

Si gioca lunedì 21/12, campo della Polisportiva Virtus, ore 21. Ah, le diffide:

...Cernino, grazie!

martedì 15 dicembre 2009

ZyXEL P-660HW and *mule Kad turns firewalled

"L'idea di raccontare questo evento
in modo giornalisticamente convenzionale
era assurda.
"
Raoul Duke


ZyXEL Prestige 660HW-61

Theory
Stupisco che Google mi capisca¹ al volo, nonostante il mio incerto inglese. Mentre invece, pur avendo trovato esattamente lo stesso [questo era il primo risultato di ¹quella ricerca, prima che pubblicassi questo post] mio problema e la soluzione (ibid.), non riuscivo io a capirne le istruzioni. Tutto perché, col firmware più recente (PE.11), quel che dice BluClint (grazie!) non si può più fare con l'interfaccia accessibile via browser (Web-based Configurator), ma bisogna farlo via telnet. Ho trovato il modo, insieme a tutto quello che c'è da sapere su questo router, sul forum di Hardware Upgrade, qui:
[Thread Ufficiale] Router ADSL ZyXEL HW660-61

in Practice
Bisogna portare a 2048 il limite massimo di sessioni nat per ogni utente, che di default è 512 e quindi viene presto saturato da aMule: mentre alla prima connessione è tutto ok , nel giro di poco la rete Kad risulta firewalled . Con Linux è molto semplice, basta aprire il terminale:


al punto 5: ip nat session 2048 + Invio

Gentlemen's agreement, Theoretical and Practical Details
L'unico buon motivo per non dare ascolto a chi ha un buon motivo è...un buon motivo.
P660HW-D1 offers a maximum of 2048 NAT sessions. Since P660HW-D1 has 4 Ethernet ports, a port is allowed to run up to 512 sessions by default. Thus if you have one computer connected to a LAN port on P660HW-D1, that computer can use up to 512 NAT sessions.

Matematico, nulla da obiettare: 512x4=2048. Ma per la stessa inappuntabile ragione, se la situazione particolare fosse, generalmente o comunque più spesso ovvero di solito, di un solo host connesso, questo sarebbe un buon motivo per voler seguire senza timore la procedura sopra descritta. Se invece i computer solitamente connessi fossero 2, si potrebbe scegliere 1024 come valore ragionevole. In ogni caso si possono fare delle prove, e tornare al valore di default con la stessa facile procedura di cui sopra.

Déjà vu
O qualcosa del genere. Vabbè, fatica risparmiata per il prossimo reset del router.

Tag: memo personale per me

lunedì 14 dicembre 2009

aMule compilato con la patch anti-Leecher [PPA]

"A brigante, brigante e mezzo."


"The Simpsons: Papa Don't Leech (season 19, episode 16)"


Ho trovato questo PPA, contiene una versione dell'ultima release stabile di aMule (2.2.6) compilata con il supporto al DLP (Dynamic Leecher Protection, potete trovare informazioni più esaurienti qui): questa caratteristica è presente in alcune mod di eMule, ma non nella versione ufficiale: in pratica riconosce le leecher mod di eMule e le cancella dalla coda di scaricamento. Le leecher mod sono versioni del client originale modificate per massimizzare il download e minimizzare l'upload (da leech, letteralmente 'sanguisuga'). Quindi vanno contro i principi delle reti di condivisione: in una rete peer-to-peer il totale in upload è uguale al totale in download. Sempre. Perciò i protocolli di eMule (e aMule), cioè edonkey e kad, sono pensati per incentivare l'upload, premiandolo. Chi più , guadagna più crediti, che gli permettono di scalare le code e iniziare prima a scaricare i file. Ma questo non sempre basta.
Oltre al DLP, questo PPA include e installa, con amule-dlp, un pacchetto che contiene una delle migliori liste di IP da filtrare. Questa lista:
http://emulepawcio.sourceforge.net/ipfilter.dat

Attualmente contiene 268779 range di IP, quindi basta abilitare Utilizza l'ipfiletr.dat di sistema se disponibile (opzione normalmente sconsigliata!) e si può fare a meno di aggiornare a mano, cosa che andava fatta, ogni tanto:


Se invece si carica anche un'altra lista, in maniera manuale, dal campo URL mostrato in figura, aMule-dlp le caricherà entrambe.
Ok, era tutto quello che c'era da dire. Una volta aggiunto il repo (ppa:happyaron/amule-dlp), per installarlo basta il comando

$: sudo aptitude install amule-dlp

..che ovviamente rimuoverà altre versioni di aMule eventualmente installate.

Se siete contenti, ringraziate Aron Xu.
If you're happy (as he is :), say thanks to Aron. Thanks, Aron.

domenica 13 dicembre 2009

EDILSERVICE - PROARCI [8^ GIORNATA]

pubblicato da IL PRES, 13 dicembre ore 13.23
Convocati ore 19:50 terra umbra
Galeazzi
One
Trasimini
Castelli
Bembo
Marrocolo
Guerrieri
Lillo
Beqa
Vitiello
Della volpe
Giggio
Cerno
Turrini
Se mi sono dimenticato qualc'uno ditelo voi!
Avvisate tutti

Si gioca lunedì 14 dicembre, prossimo venturo. Come sempre, sappiate che...

giovedì 10 dicembre 2009

Linux non è...filosofia.

«Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante se ne sogni la tua filosofia.
»
Amleto



Questa bella immagine risponde ad uno trai tanti fraintendimenti riguardo a Linux e al mondo del software libero: un altro ancora è che, con il primo, si indica spesso tutto il secondo.
A me per esempio non dispiace che si dica 'Linux' piuttosto che 'GNU/Linux', per molti motivi. Primo, perché le fortune di un nome rispetto ad un altro rispondono ad un criterio di selezione naturale che è sciocco sottovalutare. Si guardi quante parole nuove, magari inglesismi che fanno storcere il naso, entrano ogni anno nello Zanichelli: possono non piacere, ma sono già nell'uso comune. Secondo, perché la pedanteria, quando inutile, è dannosa: la persona che, mossa da sana e feconda curiosità, vorrà approfondire l'argomento del software libero, scoprirà da sé che il progetto GNU è stato molto più importante (propriamente: fondamentale) del kernel Linux. Ed eviterà magari di diventare l'ennesimo professorino evangelizzante. Tutto questo però è subordinato a due cose: prima la chiarezza, e secondo il contesto.

Questo post non è che una risposta e l'epilogo di una storia, almeno per quanto mi riguarda: questa storia. L'autore dell'articolo vi ha aggiunto una nota (Upgrade, sic.) in calce, con la quale sembra voler seguire la moda del tempo: si lamenta prima di tutto di aver ricevuto commenti insultanti (qualcuno ne ho letto, ma non ho trovato insulti, se non è insulto chiamare ignorante colui che ignora) che comunque, per liberalità, vorrà in parte pubblicare. Poi fa arrogantemente e maldestramente ammenda, sottolineando però, ovviamente, di essere stato frainteso. E poi, poi...poi dice, nell'ordine: una banalità, una stupidaggine e un'altra stupidaggine ancora. Ecco qua:

"...Che Google Chrome OS sia basato su kernel Linux lo insegnano alle scuole elementari e, sbagliando evidentemente e per questo chiedo doppiamente scusa, lo davo per scontato. La questione è che Google NON E' Linux e viceversa. Google è un'azienda nata per fare profitti, e troverà il modo di farli anche con il suo sistema operativo. Ha sposato la causa open ma non la sua filosofia, almeno non fino in fondo. Linux è, appunto, una filosofia, non è un marchio, nella accezione di questo post. Non è una sottile differenza. "

Valerio Mariani su www.lastampa.it, link


Allora, se Lei scrive su una testata generalista come LaStampa, non può pretendere che i lettori sappiano "che Google Chrome OS sia basato su kernel Linux", proprio perché non "lo insegnano alle scuole elementari". Se Lei si arrischia ad affrontare un argomento tecnico per lettori che tecnici non sono, abbia la premura di informarli con chiarezza prima di tirare fuori giudizi, congetture o previsioni personali.
Google è un'azienda che usa Linux, così come lo sono tante altre che ugualmente ci fanno denari o comunque mirano ai profitti (banalità). Se con 'Linux' vogliamo riferirci a tutto l'ecosistema (per così dire, ché poi è anche equo e sostenibile e solidale...) del software libero, allora sicuramente Linux non è solo una filosofia. Se fosse solo una filosofia, non avrebbe fatto strada nel mercato: Linux è prima di tutto una licenza, la GNU GPL. Chi 'prende' Linux, ne accetta la licenza coi suoi vincoli. E questo basta: alla fine, ChromeOS non potrà non contribuire a Linux. Non è una questione di intenzioni, se Stallman si fosse affidato alle sole buone intenzioni, avrebbe finito per lastricare qualche lussuoso ufficio di Silicon Valley (o di Redmond, chissà). E no: non è una sottile differenza.

martedì 1 dicembre 2009

Re: Chrome è il canto del cigno di Linux?




C'è un articolo di Valerio Mariani su LaStampa.it a cui Doxalibre ha risposto ed ha invitato a rispondere. Segue appunto la mia, già postata come commento all'articolo, ma ancora non pubblicata. Siamo in attesa di moderazione.
Con l'occasione voglio fare i complimenti a Lo strillone del web, una voce aperta su molti temi, originale, competente e ben scritta.

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@ caro Valerio Mariani,
la Sua analisi mi sembra un po' strampalata, mi scusi. Vedrò di usare un po' d'ordine.

Innanzitutto i dati di vendita di Windows: primo perché sommariamente coincidono, per forza di cose, con quelli dei pc venduti. La maggior parte delle distribuzioni Linux per gli utenti sono invece gratuite, e quindi il dato dei Linux installati non si ricava certo dai dati di vendita.
Ciononostante una certa, seppur bassa, penetrazione di Linux nei pc c'è da tempo, ed è ultimamente in buona crescita grazie a distro come Ubuntu.
Al contrario di ChromeOS, che al momento non è altro che un progetto in fase alpha, quindi di mercato non se ne parla proprio. E, entrando nel merito, ci sono delle importanti note da fare: primo, ChromeOS non è un sistema operativo vero e proprio, ma punta ad essere solo una piattaforma di Cloud Computing, cioè nient'altro che un browser che interfaccia il pc coi server, dove avvengono TUTTE le operazioni e dove risiedono TUTTI i file dell'utente. Di qui, il discorso della velocità è ovvio: il paragone non è legittimo. Secondo, è dedicato alle sole macchine dotate di memorie a stato solido: al giorno d'oggi una percentuale molto ridotta, ma chissà. Terzo punto, e più importante: ChromeOS è...basato proprio su Linux!
Tralascio un paio di capoversi, dei quali però condivido la Sua prudenza riguardo a Google e al suo concetto di open source, e vado al punto che più mi ha colpito, in negativo.

"Google è riuscito in poco tempo, e partendo da molto più lontano, ad arrivare dove Linus Torvalds non è mai arrivato, e non arriverà più, e il suo silenzio personale sulla vicenda, tra l’altro è assordante."

(questa la parte dell'articolo a cui rispondo qui di seguito, esempio di rovesciamento della realtà)


Dove sarebbe arrivata Google, in poco tempo e partendo da lontano? Anzi, "da molto più lontano", come Lei dice? Come ho scritto sopra, ChromeOS non parte da lontano, parte da Linux; Linus Torvalds invece è partito da un punto preciso, sull'asse cartesiano è lo zero! A Lei stabilire la distanza tra il 1991 e quello che Linux è adesso. Ma la cosa davvero paradossale è che Lei afferma che Google sia arrivata, cioè che un sistema operativo lo abbia fatto, e piace, è utilizzato, vende e funziona (il che ovviamente non è vero, almeno ad oggi!); e Linux no. E non ci arriverà più: ma Linux c'è GIÀ arrivato! Lei stesso parla di distribuzioni...usciamo dal paradosso, mi permetta, ha detto una stupidaggine!
Cosa vuole che dica Linus Torvalds, se ANCHE Google ha scelto Linux per il suo ChromeOS? Davvero, non è certo sordo!